Roberto Bianchi, indimenticabile “Strength and Conditioning Coach” della Pallacanesto Cantù, racconta come vennero ridotti di oltre il 70% gli infortuni della squadra e di come naque uno degli studi scientifici più letti a livello internazionale, secondo le prestigiose classifiche di “Altmetric”. Uno studio durato sei anni.
Per gli appassionati di basket, la Pallacanestro Cantù rappresenta un solido pilastro dello scenario sportivo italiano. Fondata nel 1936, rappresenta una delle squadre più titolate d’Italia, essendosi aggiudicata 3 scudetti e due edizioni della Supercoppa italiana, nonché l’unica cittadina non capoluogo ad aver conquistato entrambi i titoli nazionali.
E negli anni ’70-’80 è stata leggendaria con le sue vittorie e campioni come Marzorati, Recalcati, Riva e Bianchini.
Nella stagione 2004/05 del Campionato Italiano, ricopro il ruolo di “Strength and Conditioning Coach” per la squadra canturina. Pur lontana dai fasti del passato, è comunque di buon livello e annovera nel roster il grande Shaun Stonerook, fortissima Ala statunitense.
Un talento, attorno a cui spesso tutta la squadra faceva perno, un vero e proprio playmaker nascosto.
Una sua caratteristica esplosiva: essere un formidabile rimbalzista e un potente schiacciatore che faceva della incredibile elevazione un suo punto di forza.
Purtroppo il basket è un “ankle sprain” sport, in cui si impara a convivere con la distorsione della caviglia e purtroppo Shaun incorse in questo infortunio in modo recidivo.
Ascoltai un consiglio di mia moglie Erica, ai tempi fisioterapista del settore femminile squadre nazionali di basket. Era intenzionata ad acquistare uno strumento che definiva rivoluzionario, proprio per la prevenzione e la cura dei traumi distorsivi agli arti inferiori.
Si trattava di uno dei primi modelli di Delos DPPS, che sinceramente non suscitò in me un grande entusiasmo ad una prima analisi.
Non so bene che cosa mi aspettassi, ma non riuscivo a credere che potesse indurre significativi cambiamenti nella situazione di Stonerook.
La sensazione era destinata però a cambiare. Molto.
Shaun si distorse ancora una volta una caviglia e nonostante i nostri sforzi, proprio non si riusciva a riportarlo in campo in condizioni almeno accettabili.
Terrorizzato anche alla sola idea di un nuovo infortunio, percepiva le sue caviglia come instabili, giocando quindi con “il freno a mano tirato”.
Fu proprio mia moglie a propormi di valutare Shaun sul Delos Postural Proprioceptive System (DPPS) e attraverso i test di Riva emerse un’elevata instabilità della sua caviglia.
Il ragazzo, oltre che un grande atleta, era anche un grande lavoratore e capì subito che l’allenamento propriocettivo ad alta frequenza (HPT) avrebbe potuto aiutarlo.
E così fu.
Non soffrì più di problemi alle caviglie, né in quella stagione, né in quella successiva, sempre a Cantù.
E fu solo il primo con cui impiegammo il Metodo Riva.
Tanti altri beneficiarono in modo notevole di questa metodologia, che avevamo ormai imparato a conoscere. Andrea, Phil, Jerry, Manu, Tony, Gianluca, Denis, Michele i nomi di tanti dei ragazzi aiutati, compreso un giocatore USA reduce da un gravissimo incidente al ginocchio, che concluse la stagione senza particolari problemi.
Negli anni successivi l’”High-frequency Proprioceptive Training” su Delos diventò sempre più un cardine del nostro programma di preparazione fisica.
Gli infortuni traumatici calarono più del 70%. Un risultato incredibile.
E una grande protezione per i nostri atleti, molto più di un’assicurazione per la salute delle loro articolazioni.
I dettagli scientifici di questa incredibile esperienza si trovano in un articolo pubblicato sul Journal of Strength and Conditioning Research, organo della prestigiosa NSCA, National Strength and Conditioning Association, associazione americana degli Strength and Conditioning Coaches.
Dopo l’esperienza a Cantù ho iniziato ad occuparmi di training per il ritorno allo sport post-traumatico. Continuo a seguire il Metodo Riva e ad impiegare il sistema Delos, nel tempo evolutosi e perfezionato nei meccanismi e nel software.