Cos’è?
La tendinite, o più correttamente, la tendinopatia Achillea è una lesione da sovraccarico funzionale (overuse), cioè un processo infiammatorio e degenerativo che si instaura per uno squilibrio tra le sollecitazioni meccaniche che l’individuo genera ed applica al tendine e la tolleranza strutturale del tendine stesso. Questi due aspetti, forze generate e tolleranza strutturale, rappresentano i determinanti finali su cui converge l’azione di tutti i fattori causali intrinseci ed estrinseci che vedremo più avanti.
Anatomia
Da un punto di vista anatomico il tendine d’Achille collega i muscoli del polpaccio, il soleo ed i gastrocnemi, con il calcagno. In un essere umano di altezza nella media, il tendine d’Achille ha una lunghezza di circa 15 centimetri e uno spessore di circa 5-6 millimetri.
Nel suo decorso verso il basso, il tendine d’Achille riduce la sua larghezza, per poi allargarsi nuovamente. In genere, il tendine d’Achille raggiunge la sua larghezza minima a 4 centimetri dalla tuberosità calcaneare.
Poco prima dell’inserzione sul calcagno, è presente una borsa sinoviale, denominata borsa calcaneare, una sacca ripiena di liquido sieroso che ha il compito di limitare lo sfregamento delle strutture anatomiche fra cui si frappone.
Determinanti finali
- Il determinante finale di tipo estrinseco-intrinseco è rappresentato dall’entità e dal numero delle sollecitazioni meccaniche che l’individuo genera in seguito all’interazione del piede con il terreno. Tali sollecitazioni possono essere “impulsive” cioè grandi forze di trazione applicate in un tempo molto breve e quindi ad alto potere lesivo o forze di trazione di grandezza media, cioè singolarmente senza capacità di determinare un danno, ma che essendo “ripetitive” possono superare la soglia di tolleranza del tendine in quanto applicate in decine di migliaia di ripetizioni.
- Il determinante finale di tipo intrinseco è rappresentato dalla sempre più frequente ridotta tolleranza strutturale del tendine alle sollecitazioni meccaniche.
Fattori estrinseci
Altri fattori estrinseci che agiscono sui determinanti finali sono le calzature e i terreni di allenamento e gara.
Fattori intrinseci
- Le malattie dismetaboliche, che possono favorire reazioni flogistiche locali.
- I danni tendinei da farmaci
- L’età dell’individuo: l’invecchiamento del tessuto tendineo provoca infatti un rallentamento metabolico del collagene tissutale, caratterizzato da riduzione della componente cellulare e aumento della matrice con conseguente riduzione della tolleranza agli stress meccanici
- Gli anni di attività agonistica.
- Le alterazioni della biomeccanica, come ad esempio l’iperpronazione del piede durante la corsa, che ha un’azione di frustata sul tendine d’Achille.
Una tendinopatia Achillea persistente può determinare un processo degenerativo (tendinosi), che a sua volta può condurre alla rottura del tendine d’Achille, in seguito ad una diminuzione della resistenza meccanica.
La tendinopatia achillea può insorgere nel punto di inserzione del tendine sul calcagno (tendinopatia achillea inserzionale) o nella porzione intermedia, da 3 a 6 cm più in alto rispetto al tallone. Questa porzione di tendine ha una vascolarizzazione ridotta, pertanto è più soggetta ad un processo di degenerazione.
Come si diagnostica le Tendinite Achillea
La diagnosi è medica su base clinica e strumentale. La valutazione clinica prevede dei test palpatori e digitopressione della regione achillea, dei muscoli tricipite surale e dell’inserzione tendinea. Verrà valutata quindi l’elasticità muscolo-tendinea, la forza muscolare, il dolore locale, la presenza di ispessimenti tendinei o di gonfiore locale. Le indagini strumentali utili sono l’ecografia, la radiografia e la risonanza magnetica. Quando non vi è un intervento terapeutico adeguato il processo infiammatorio tende a cronicizzare e sono frequenti le calcificazioni inserzionali, visibili con le indagini sopra citate.
Trattamento della tendinopatia Achillea
I tempi di guarigione dipendono dall’età del soggetto, da quanto tempo è presente la tendinopatia e dalla cura. La guarigione del tendine ha tempi molto diversi e varia dai due mesi fino ad un anno. La cura di questa patologia prevede riposo, ghiaccio, terapia strumentale antinfiammatoria, come la laserterapia yag antalgica ad alta potenza e la tecarterapia. Tali strumenti riducono l’infiammazione e il dolore e migliorano le contratture antalgiche.
Discorso a parte va fatto per la terapia ad onde d’urto. Questo strumento utilizzato sin dagli anni 90 per il trattamento della calcolosi renali oggi viene utilizzato per il trattamento delle patologie tendinee, fratture non consolidate, fibrosi muscolari, necrosi ossea. Oltre agli effetti antalgico-sedativi, antinfiammatori, decontratturanti sono soprattutto i processi di neoangiogenesi che rendono efficace questa terapia.
Il Metodo Riva
Le terapie strumentali antinfiammatorie svolgono il loro compito, sono cioè in grado di attenuare il processo infiammatorio ma non eliminando la causa non sono in grado di risolvere definitivamente il problema.
Se c’è un incendio alimentato da una fuga di gas o di carburante gli estintori aiutano a contenere le fiamme ma per spegnere definitivamente l’incendio è necessario interrompere il flusso di materiale combustibile. Nel caso della tendinopatia Achillea il Riva Method elimina le cause che alimentano il processo infiammatorio e degenerativo del tendine. Il Riva Method agisce infatti sui due determinanti finali responsabili della tendinopatia:
- minimizza le sollecitazioni meccaniche che l’individuo genera ad ogni impatto con il terreno e che vengono applicate al tendine
- aumenta la resilienza strutturale del tendine migliorando la sua tolleranza agli stress meccanici di tipo “impulsivo” e “ ripetitivo”
Si comprende quindi in che modo il Riva Method spegne progressivamente il processo infiammatorio e previene le recidive. In pratica due effetti positivi si sommano e potenziano il risultato: il tendine è più forte e resiliente ed è sottoposto a sollecitazioni meccaniche di minore entità. I tempi necessari vanno dai 45 giorni ai 6 mesi di lavoro sistematico con il sistema Delos secondo il Riva Method. I casi che richiedono più tempo sono quelle tendinopatie inveterate che persistono da anni: le modificazioni negative del tessuto tendineo e della zona inserzionale, che sono avvenute negli anni, richiedono un tempo più lungo perché possa completarsi il rimodellamento strutturale.