Cos’è?
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite “Disordini del Movimento” e tra queste è la più frequente. I sintomi del Parkinson sono forse noti da migliaia di anni: una prima descrizione sarebbe stata trovata in uno scritto di medicina indiana che faceva riferimento ad un periodo intorno al 5.000 A.C. ed un’altra in un documento cinese risalente a 2.500 anni fa. Il nome è legato però a James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, che per primo descrisse gran parte dei sintomi della malattia in un famoso libretto, il “Trattato sulla paralisi agitante”. Di Parkinson, deceduto nel 1824, non esistono né ritratti né ovviamente fotografie.
Le cause
Non è chiaro cosa causi il morbo di Parkinson. In base a una teoria, può derivare da depositi anomali di sinucleina (una proteina nel cervello che aiuta le cellule nervose a comunicare). Questi depositi, chiamati corpi di Lewy, possono accumularsi in diverse regioni dell’encefalo, in particolare nella substantia nigra (in profondità all’interno del cervello) e interferire con la funzione cerebrale. I corpi di Lewy si accumulano spesso in altre parti del cervello e del sistema nervoso, suggerendo che possano essere implicati in altri disturbi. Nella demenza da corpi di Lewy, questi corpi si formano nello strato esterno del cervello (corteccia cerebrale). Possono anche essere implicati nella malattia di Alzheimer e ciò spiegherebbe perché circa un terzo delle persone con morbo di Parkinson presenta sintomi della malattia di Alzheimer.
Il 15-20% delle persone con il morbo di Parkinson ha parenti che ne sono o ne sono stati affetti. La genetica potrebbe quindi svolgere un ruolo importante.
Come si diagnostica
Il morbo di Parkinson è probabile se la persona presenta:
- Meno movimenti, lenti
- Caratteristico tremore
- Rigidità muscolare
- Chiari e duraturi (sostenuti) miglioramenti nella risposta alla levodopa
Può essere difficile per il medico diagnosticare la malattia allo stadio precoce, perché solitamente inizia in modo impercettibile. La diagnosi è particolarmente difficile nelle persone anziane perché l’invecchiamento causa alcuni dei problemi simili al morbo di Parkinson, come perdita di equilibrio, rallentamento dei movimenti, rigidità muscolare e blocco della postura. A volte il tremore essenziale viene confuso con il morbo di Parkinson.
Per escludere altre cause dei sintomi, il medico chiede informazioni su disturbi pregressi, esposizione alle tossine e uso di farmaci che potrebbero causare il parkinsonismo.
Trattamento
Lo scopo della terapia farmacologica del morbo di Parkinson è quello di sostituire il deficit di dopamina a livello dello striato, mimando la stimolazione fisiologica. E’ noto che il trattamento principale consiste nella somministrazione di levodopa, che ha la funzione di aumentare la concentrazione di dopamina nel cervello. Quest’ultima, infatti, non è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, che è invece superabile dalla levodopa.
Gli effetti positivi della levodopa sono orientati verso i sintomi motori della patologia, ma spesso questo farmaco è responsabile dell’insorgenza delle discinesie di cui si è parlato nei precedenti paragrafi. Ecco perché si tende a posticipare il più possibile il trattamento con levodopa.
Purtroppo ancora oggi i rimedi terapeutici per il morbo di Parkinson sono sintomatici e non sono in grado di portare ad una remissione della malattia.